martedì 1 giugno 2010

ROMA CITTA' APERTA (MA NON AI FROCI)














E' rischioso essere gay nella capitale d'Italia e della cristianità: nel 2005, in un parco del quartiere di Montesacro fu ucciso in modo atroce, perché omosessuale, Paolo Seganti. E numerose negli ultimi anni sono state le aggressioni di matrice omofoba denunciate: nove solo da settembre scorso.
L'ultima pochi giorni fa: un ragazzo di 24 anni è stato picchiato a sangue in via Fagutale. Tornava da una festa al Coming Out (un locale di S. Giovanni in Laterano, la Gay Street romana già dal 2007), quando è stato aggredito a pugni e calci da quattro o cinque giovani, parola d'ordine: “Frocio di m...”.
Dopo l'aggressione, privo di conoscenza e col volto sanguinante, il ragazzo è stato soccorso da due amici: che in un bar nei paraggi si sono visti negare persino dei fazzoletti di carta per tamponare il sangue. Ricoverato d'urgenza in ospedale, il ragazzo ha riportato tagli e contusioni al volto che si è temuto potessero fargli perdere un occhio.
Ora rivolge un appello al Governo perchè, al di là dei proclami di condanna, realizzi al più presto una legge anti-omofobia.
(Nell'autunno 2009 la deputata PD Paola Concia aveva presentato alla Camera una proposta di legge volta a "rendere più aspre le pene per i reati commessi per odio verso omosessuali, lesbiche e transessuali", analogamente a quanto avviene per i reati di stampo razzista. Il disegno, avversato dal Vaticano, fu respinto da UDC, Lega e -tranne eccezioni- PDL. Votò contro anche Paola Binetti, allora deputata PD, poi passata all'UDC).

F.V. (e grazie Rita)

(Immagine dal blog Attualizzando
http://attualizzando.wordpress.com/2009/09/02/bombe-antigay-a-roma/)

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