giovedì 22 luglio 2010

SPRESIANO (TV) / IL PIAVE MORMORO'...














...non passa il culattone, potrebbe cantare Riccardo Missiato, sindaco di Spresiano (TV), parafrasando la nota Canzone.
Ex DC, eletto con una lista civica trasversale, Missiato ha varato l'iniziativa "Estate sicura": cioè, tra l'altro, transennare una zona sul greto del Piave divenuta luogo abituale di prostituzione, contestando reati di divieto di sosta e atti osceni, al fine di riportare sulle rive del glorioso fiume decoro e morale. A ledere questi valori legittimamente invocati, par di capire, però, non è il mercimonio sessuale in sè, bensì specialmente i rapporti carnali di tipo omosessuale.
Il sindaco è un vero esperto in materia (“Sono stato a verificare, li ho visti che si appartavano“) e quindi lasciamo che sia lui a scrivere questa cartolina dalla sua città.



“I gay sono malati e deviati(va bè, non vale, l'aveva già detto la Binetti. E poi se non possono andare in paradiso, e ora neanche in alcuni ospedali a donare il sangue, un motivo ci sarà. )
“Hanno bisogno di aiuto psicologico(dovesse fallire resta sempre l'esorcismo).
“Dobbiamo scoprire dove sono e identificarli(Ci permettiamo di suggerire l'intramontabile triangolino rosa sulla giacca, è chic e non impegna).
“...e se sono clandestini devono venire espulsi.” (reato di clandestinità con aggravante di frocerìa, prendano spunto i legislatori).
“I gay non devono invadere la libertà altrui” (Lo dice anche la Costituzione: la Repubblica Italiana è fondata sulla libertà di essere esclusivamente eterosessuali).
"Questa non è la prostituzione femminile, questa è maschile e non può passare inosservata.” (Giusto: i puttanieri etero potrebbero rimanere turbati da tanta impudicizia): “Dobbiamo recuperare certi valori e la nostra morale.”

Virgolettati di Roberto Missiato; corsivi di F.V.

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AGGIORNAMENTO 26/7/2010
Dopo la marea di attacchi e polemiche (anche dall'interno della sua stessa Giunta) per le recenti frasi discriminatorie, il sindaco chiede scusa:
"...mi è sfuggita una frase senza senso, una parola che ha cambiato il mio messaggio". Fosse una.


(immagine dal web: ponte sul Piave a Lovadina, comune di Spresiano)

mercoledì 14 luglio 2010

CONSIGLI DI VIAGGIO PER SIGNORA: MONTALTO DI CASTRO (VT)













Signore e signorine, se quest'estate volete trascorrere vacanze pepate, gli Intolleranti sono qui a consigliarvi una méta ideale per la villeggiatura. Non parliamo di concupire torniti mulatti abboffandosi di mojito in qualche villaggio tropicale all included: in questi tempi di crisi è roba per pochi. No, si tratta di una soluzione davvero nostrana e alla portata di tutte le tasche: un soggiorno nella patria dei latin lovers d.o.p., che, a dispetto del nome, non è in provincia di Latina, bensì di Viterbo: precisamente nella parte costiera della Maremma Laziale, a Montalto di Castro.

Purtroppo però tra le femmine montaltesi c'è chi non sa apprezzare tanto ben di dio...Prendiamo, ad esempio, quel che è accaduto il 31 marzo 2007 a una quindicenne della ridente località: dopo una festa in pineta, la fortunella è stata oggetto di attenzioni sessuali da parte di un gruppo di ben otto giovani suoi compaesani. C'è chi pagherebbe per questo, e invece cos'ha fatto l'ingrata? Li ha denunciati per stupro! I magnifici otto hanno ammesso che la ragazza non era consenziente alle loro prestazioni, e questo purtroppo ha creato loro dei guai con la retriva giustizia italiana.

Per fortuna la popolazione di Montalto compatta è insorta in difesa di quei bravi ragazzi stigmatizzando davanti a stampa e TV l'utilizzatrice finale (non chiamiamola vittima!) dello stupro, nota ragazza facile, come testimonia anche il fatto che la sera del 31 agosto indossava nientemeno che una minigonna nera. Nel collegamento della trasmissione Domenica Cinque del 9 ottobre 2009 l'unica voce dissenziente è stata quella della signora Iride Allegri, prontamente insultata in diretta nazionale dai concittadini.

Le istituzioni locali, dal canto loro, non sono state a guardare: il sindaco Salvatore Carai (PD), forse anche perchè strettamente imparentato con uno di loro (e la famiglia, si sa, è un valore da difendere), ha rapidamente provveduto a stanziare 20.000 euro di fondi pubblici per le spese legali degli otto perseguitati. Anche se poi il finanziamento è stato ritirato in seguito alle polemiche, il messaggio è chiaro: Montalto non ti castra, anzi, ti premia!

Sperando che questi atteggiamenti incentivino l'emulazione di altri giovani leve, signore mie, vi diamo un consiglio: sbrigatevi! Infatti in ottobre 2009 il processo è stato sospeso, e i giovani affidati in prova ai servizi sociali per un percorso di reinserimento, a Montalto. Che significa questo? Che recandovi là quest'estate potreste avere la fortuna di imbattervi proprio negli otto originali! Ma fate presto, perché la Corte di Cassazione ha deciso recentemente di riaprire il processo, ripreso la settimana scorsa. Allora donne che aspettate? Indossate la vostra minigonna più bella, e via, a Montalto! Roba da giovani, sospireranno le più agée tra le nostre lettrici. No, care, non disperate: a Montalto il fiuoco scorre nelle vene a tutte le età. Vi basti infatti, come assaggio del genius loci, questo commento di un vispo settantatreenne montaltese sulla vicenda: “Se avessi avuto tredici anni mi sarei messo in fila anch'io!”

F.V.

(immagine: butteri della Maremma Laziale, dal sito del Comune di Montalto di Castro)


martedì 6 luglio 2010

PENNETTE TRICOLORE A REGGIO EMILIA


«Ha figli anche lui, impossibile che si sia comportato male. Forse è intervenuto perché i clienti l'hanno sollecitato a capire cosa stesse accadendo». Forse i clienti non hanno figli, viene da pensare, quei figli che so’ pezzi ’e core in questa italietta da soap opera.

In un centro commerciale di Reggio Emilia, città natale del Tricolore, una bambina autistica che stava consumando il pranzo assistita dalla sua terapista è stata invitata ad andarsene da un addetto alla sicurezza, con la motivazione che la sua permanenza stesse allarmando la clientela.
A questo è seguito l’intervento della madre della bambina, una denuncia ai Carabinieri, la difesa dell’addetto da parte della direzione del centro commerciale, le dichiarazioni del responsabile della cooperativa a cui la terapista fa riferimento.

Al di là del prevedibile copione, è il secondo fatto nel giro di poche settimane che ci parla di una diversità, quella del disagio mentale, così mal tollerata da diventare allarmante.
Proporremo allora un esercizio utile a comprendere cosa sia e cosa non sia allarme, nei nostri tempi in cui si pretende che il diverso sia uguale ma non si precisa a chi si debba essere tutti uguali: mettiamoci nei panni dell’altro. Come?
Facendoci qualche domanda: perché l’altro sta facendo così? Cosa vuole dirmi? Cosa farei io nei suoi panni? L’empatia non si può insegnare ma le buone maniere sì, e qualche stratagemma può essere utile per aprire uno spiraglio di pensiero.

L’autistico deve avere il controllo dell’ambiente intorno a lui, non è capace di gestire le incertezze o i cambiamenti e quando ciò accade non se ne sta zitto, non ha risorse interne per tollerare. Manifesta il disappunto, un disappunto che può urtare la sensibilità del passante o della casalinga che fa la spesa.
Un disappunto che è, però, materia di riabilitazione, che va accolto, masticato e riconsegnato al legittimo proprietario, non censurato e nascosto sotto il tappeto. Il passo evolutivo spetta al mondo degli adulti.

Oggi camminavo per una via pedonale del centro storico e ho incrociato un adolescente che cavalcava la sua bicicletta. Era contento di poterlo fare, lo si capiva perché nitriva. E qualche sorriso spontaneo è affiorato alla bocca dei passanti.

L.C.

Reggio Emilia, 1950: immagine di Stanislao Farri, dal calendario Avis Università.